Sua maestà il Brunello

Il Brunello di Montalcino secondo Ziliani

Organizzata dall’ Onav di Genova e curata dal giornalista Franco Ziliani si è tenuta un’interessante orizzontale di Brunello. Per la precisione una orizzontale di 5 vini più un outsider annata 2004. Più che descrivervi i vini mi piace l’idea di provare a descrivere cosa aspettarsi da un Brunello e lasciare a voi confronti e paragoni.

Questo vino nasce nel territorio di Montalcino, distante circa 40km da Siena e dal 2004 patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Tutta la zona è immersa nel verde delle colline toscane, gode di un clima favorevole alla crescita delle vigne e, per chi è amante della campagna collinare, meta ideale per godere il meglio della nostra Italia: clima, vino, cibo, ospitalità, fantastici.

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La presenza sul territorio di versanti con orientamenti diversi e scarti altimetrici (da 120m a 650m slm) determina microclimi diversi. Microambienti climatici differenti anche in zone molto vicine tra loro danno vita a Brunelli unici e diversi fra loro.

Il sangiovese non è un uva “facile”, la bontà della sua maturazione dipende da terreno e microclima. La zona meridionale, dove è appunto Montalcino è la più vocata per far maturare il sangiovese in maniera tale da farlo diventare il vino che tutti conosciamo come Brunello. Il lavoro in vigna in gran parte ancora manuale, ambiente favorevole, radicamento al territorio, danno vita a un vino unico. Il Brunello di Montalcino vede nascere nel 1967 con circa una ventina di produttori il suo Consorzio con lo scopo di valorizzare e promuovere il vino. Il consorzio fornisce formazione ed assistenza continua ai soci, accomunati dal duplice intento di tenere alta la qualità del vino e di rispettare l’habitat naturale in cui si produce.

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Fu attorno alla seconda metà dell’Ottocento che Clemente Santi (riconosciuto il padre del Brunello), iniziò a studiare le potenzialità del Sangiovese Grosso, localmente chiamato Brunello a causa del colore particolarmente scuro dei suoi acini. Fino ad allora il vino più conosciuto ed apprezzato della zona era il Moscadello di Montalcino, vino bianco e dolce; inoltre non si parlava di vino da monovitigno. Grazie alla famiglia Biondi-Santi, nel 1865 ebbe luogo la prima vinificazione in purezza di cui si ha notizia e si iniziò a produrre un vino rosso che, invecchiato in botti di legno, già a livello sperimentale, lasciava trapelare le caratteristiche di corposità e longevità tipici del Brunello.

Da allora, questo vino, chiamato col nome del vitigno omonimo, ricevette diversi premi e riconoscimenti ma resta un vino per pochi, lontano dalla quotidianità. La consacrazione definitiva a vino di livello internazionale è avvenuta negli ultimi decenni del Novecento, sia per l’ulteriore miglioramento qualitativo, sia per la campagna promozionale che i produttori sono stati in grado di fare. Nel 1980 il Brunello di Montalcino ha ottenuto il riconoscimento della DOCG. (Precedentemente questo vino è stato riconosciuto DOC nel 1966).

Ma a causa forse della grande richiesta sul mercato americano, amante di vini scuri, corposi e barricati, scoppia il noto scandalo del “Brunello taroccato” (non sangiovese in purezza ma tagliato con merlot e cabernet ai fini di renderlo più appetibile su alcuni mercati) coinvolge grandi produttori ma che subiscono anche i piccoli. Un grosso danno di immagine ed economico ma, grazie al grande lavoro di tutti, il brunello conosce la ripresa e rimane e resta uno dei più desiderati nell’immagine collettiva.

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Per la sua produzione il disciplinare prevede 100 % Sangiovese, deve fare affinamento 2 anni in rovere e 4 mesi in bottiglia (6 mesi per la riserva) e può essere messo in commercio dopo il 1 gennaio del 5 anno dalla vendemmia (annata 2007 si beve nel 2012). Non può avere gradazione acolica inferiore al 12.5 °e deve essere imbottigliato solo in zona di produzione in bottiglia bordolese.

Negli ultimi anni si sono delineate due correnti di pensiero per la vinificazione: quella tradizionalista che prevede l’affinamento in botti di rovere francesi, o slovene, o al limite tonneaux e quella più moderna che utilizza le barriques. Sono scelte che reputo soggettive del produttore, dal suo background culturale, dal mercato che vogliono raggiungere. Per il consumatore la scelta dipende se si vuole un vino più o meno pronto, con tannini più o meno arrotondati, dal proprio palato gusto e senso della tradizione. Qui si potrebbe aprire un dibattito.

Ma come si giudica un Brunello? 20 tecnici compongono la Commissione di degustazione che effettua analisi organolettiche.

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La valutazione è espressa in stelle ed è così suddivisa:

annata insufficiente         *

annata discreta                 **

annata pregevole           ***

annata ottima                 ****

annata eccezionale     *****

La proclamazione delle stelle assegnate all’annata avviene nel mese di febbraio in occasione della manifestazione “benvenuto Brunello” (Quest’anno sarà dal 22 al 25).

Dal 2000 abbiamo :

2 stelle                 2002

3 stelle                 2000

4 stelle                 2001; 2003; 2005; 2008; 2009; 2011

5 stelle                 2004; 2006; 2007; 2010

Un assaggio a 5 stelle di produttori “tradizionalisti” quindi, quello del 26 novembre. Con vini giovani ma di una certa complessità e dalla capacità di evolvere nel tempo notevole.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2007 VIGNA DI PIANROSSO TENUTA CIACCI PICCOLOMINI. Alcol 14,5 %

Proprietari Lucia e Paolo Bianchini. Sito internet www.ciaccipiccolomini.com.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2007 FATTORIA DEI BARBI. Alcol 14,0 %.

Proprietà: Donatella Cinelli Colombini. Sito internet www.fattoriadeibarbi.it.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2007 Az. AGRICOLA GIANNI BRUNELLI. Alcol 14,0 %

Proprietario Luca Brunelli. Sito internet www.giannibrunelli.it.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2007 TENUTA LE POTAZZINE . Alcol 14,0 %.

Proprietario Giuseppe Gorelli. Sito internet www.lepotazzine.it

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2007 LISINI. Alcol 14,5 %

Proprietari Lisini-Clementi. Sito internet www.lisini.com azienda storica della zona di S. Angelo in Colle.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2007 SAN LORENZO Alcol 14,5 %

Proprietario Luciano Ciolfi sito www.poderesanlorenzo.net .

BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2004 POGGIO AL VENTO COL D’ORCIA. Alcol 14,5 %

Proprietario Conte Francesco Marone Cinzano. Sito internet www.coldorcia.it.

Il Brunello di Montalcino è vino visivamente limpido, brillante, di colore rosso rubino più o meno vivace che vira al granato col tempo. Al naso si riescono a sentire il sottobosco, legno aromatico, piccoli frutti, la ciliegia, la viola mammola, composta più o meno cotta secondo l’invecchiamento e il legno d’affinamento; quindi le note speziate, dal pepe alla liquirizia, ad esempio, la macchia mediterranea. In bocca è secco, caldo lungo e persistente. Colpiscono all’assaggio il corpo l’ eleganza e se i tannini sono affinati al punto giusto, la sua armonia e la lunga persistenza aromatica. Nel retrogusto torna il fruttato speziato Sopporta per natura lunghi invecchiamenti, evolvendosi ne tempo.. Quanto? Dipende dall’annata e dal vino, dai 10 ai 30 anni. Quello che è sicuro è che il sangiovese per la sua acidità e tannicità si presta ad essere affinato e ad invecchiare.

Ma con un vino così cosa abbinare? Niente, mi verrebbe da rispondere, un bel bicchiere di vino, una compagnia piacevole, un libro, un po’ di buona musica si prestano bene col brunello. Ma se proprio avete bisogno di dritte lo consiglio con piatti anche molto strutturati e succulenti come le carni rosse, selvaggina, formaggi e tome stagionate.

Grazie alla degustazione ed al suo curatore ho apprezzato dal vino sfumature a me sconosciute, permettendomi di capire un po’ di questo universo. Dalla serata però mi sono fatta un parere che è meglio un vino che si presta più ad essere bevuto giovane che un Brunello appena uscito dall’affinamento. Meglio attendere qualche annetto bevendo dell’altro nell’attesa di poterlo apprezzare nella sua massima espressione. Si accettano pareri.

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