Fulvio Bressan e il razzismo

fulvio-bressanIn questi giorni si è parlato molto di razzismo a seguito di vari insulti rivolti al ministro Kyenge da parte di esponenti della lega. Anche il mondo enologico non ha voluto essere da meno tramite una serie di dichiarazioni razziste pubblicate da un noto viticoltore sul suo profilo personale Facebook; facciamo nomi e cognomi: Fulvio Bressan.

Ad analizzare bene la sua timeline, si trovano vari insulti, parolacce, ma non facciamo subito i perbenisti buonisti; ad essere generosi, alcune esternazioni possono essere da me tollerate: pur commettendo peccato, può capitare di pensare male di qualcuno. Personalmente eviterei di scriverlo con certi modi e toni, per di più sul profilo pubblico di un social network, ma se gli insulti vanno a sfociare nel razzismo, quello no. Il razzismo è a priori una forma di ignoranza, e non starei neanche a dilungarmi su quanto sia sbagliata,un’ inutile e controproducente forma di discriminazione.

E allora, cosa fare? Bressan è libero di pensare quello che vuole, ovviamente, ed è libero di scrivere quello che gli pare sul suo profilo, peraltro personale.Poi però ognuno di noi è  altrettanto libero di trarre le proprie conclusioni e di agire di conseguenza.

Personalmente,  ho difficoltà a scindere il Bressan uomo dal Bressan viticoltore. Sicuramente non comprerò il suo vino, non lo consiglierò ad amici e parenti e non lo prenderò nei ristoranti che lo hanno in cantina, senza indagare  se siano al corrente o meno di questa diatriba; tanto più che esistono moltissime valide alternative al suo vino.

Certo, anche questa mia decisione non è esente da difetti: Bressan Fulvio non è l’unico lavoratore della cantina Bressan Mastri Vinai e, se tutti facessero come me, si potrebbe  pensare di mettere in difficoltà degli onesti lavoratori. Mi piacerebbe che Bressan, viticoltore che si è sempre distinto per la sua coerenza e capacità di non scendere a compromessi, inteso in senso positivo, nel frattempo cambiasse veramente idea sulle sue posizioni razziste, rendendo questo mondo un goccio (di vino) migliore.

Io ho detto la mia. Voi ora dite la vostra.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. adelaide adelaide

    Concordo con te. Nessuna stigmatizzazione. Tutte le opinioni possono essere rispettabili (anche se mancano di rispetto). Mi chiedo solo se lui ha pensato, mentre scriveva alle conseguenze e ripercussioni di quel che andava a fare. Anche se sono opinioni private scritte da un profilo privato, chi ha una valenza pubblica deve tenerne conto. Mi spiace se, chi andra’ a rimetterci possano essere i suoi dipendenti o collaboratori o familiari. Per di piu’ ho letto che esporta quasi tutto il prodotto all’estero… Bella immagine di made in italy…

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